val sam martino

val san martinoLa valle si sviluppa lungo le rive del fiume Adda, che nasce dal ramo orientale del Lago di Como proprio in prossimità di Vercurago, ultimo borgo della Serenissima e termina a Pontida, città del giuramento. I primi segni della presenza umana sono molto antichi e frammentari, come si evince dai ritrovamenti rinvenuti ad Erve (un teschio appartenuto ad un Homo sapiens), a Somasca (piccolo insediamento abitativo risalente al v secolo a.c.) ed a alcuni resti di strutture palafitticole rinvenute presso il Lavello.
Molto più consistenti appaiono invece le vestigia della presenza romana attraversata dalla strada che da Brescia conduceva al lago di Como.
Gli insediamenti che maggiormente si segnalano per la presenza di ritrovamenti archeologici di età romana, Caprino, Torre de’ Busi, Lorentino, Rossino, Calolzio e Vercurago, appaiono non a caso posti sull’itinerario per l’attraversamento dell’Adda sul ponte di Olginate databile al II secolo d.C.
Tra i reperti più rappresentativi, ricordiamo l’epigrafe sacra in marmo con dedica a Diana, dea della caccia e dei boschi, della luna rinvenuta nel Seicento presso la Parrocchiale di Lorentino ed il tesoretto di Torre de’ Busi costituito da monete coniate fra il I e il Il secolo d.C.
Nel periodo medievale sul territorio nacquero numerose fortificazioni tra cui numerosi castelli che, sfruttando le posizioni predominanti, furono oggetto di contesa tra la Repubblica di Venezia ed il Ducato di Milano.
Varie le testimonianze giunte fino a noi tutte da ammirare. Prime fra tutte vale la pena ricordare il Monastero del Lavello, il Castello di Rossino, il Castello dell’Innominato, il maglio Offredi al Tovo, il castello di Casarola a Torre de’ Busi ed il Castello di Cisano Bergamasco.
Ma a saperle cercare si possono ancora trovare le tracce di quel passato in cui la valle “era un luogo di frontiera, al centro di numerosi trattati di Pace”. E come tale esistevano vari sotterranei che collegavano i vari punti strategici in caso di guerra e che rappresentavano dunque vie di fuga e di comunicazione militare, per muovere le truppe o per lanciare l’allarme. Uno dei cunicoli ad esempio collega il Tovo al Castello di Rossino, altri collegavano il Castello con il torrente Buliga, con piazza Regazzoni e con Corte. Ma altri passaggi si trovano anche a Foppenico a Lorentino al Castello Rota, a Sala ed anche a Vercurago, mentre dalla “cappelletta dei lupi” a Somasca un tunnel si inerpica fino alla Rocca dell’Innominato. Oggi solo piccoli tratti sono ancora visitabili. In alcune parti i sotterranei sono anche stati utilizzati come sede per posare i tubi delle fognature.
Come non si può non rimanere ammaliati dalla presenza di questi sotterranei: una pagina di storia nascosta nel sottosuolo, carica di fascino e suggestione.
Ed ancora piccole chiese nascoste nei boschi e antichi insediamenti rurali posti al di sopra degli ultimi centri abitati fanno scoprire animali selvatici e bellissimi rari fiori.


Val San Martino – la valle dei Castelli